Papà e figlio donano insieme per la prima volta

Protagonisti di questa storia sono Giorgio ed Elia Giacomazzi, volontari dell’Avis Comunale di Balconi di Pescantina, in provincia di Verona: «Il modo più bello per diffondere la cultura della solidarietà»

 

In realtà aveva già iniziato, seppur da poco, ma solo nei giorni scorsi Elia Giacomazzi, ventenne, si è presentato per la prima volta nel centro trasfusionale di Bussolengo, in provincia di Verona, insieme a un “compagno” d’eccezione: il papà Giorgio.

 

Entrambi volontari nell’Avis Comunale di Balconi di Pescantina, sono parte di una famiglia in cui la cultura della solidarietà è ben radicata: «Mia moglie era donatrice – racconta Giorgio – ma poi ha dovuto interrompere, mentre mia figlia Gloria, che il prossimo autunno diventerà maggiorennesperiamo possa seguirci in questa straordinaria opera di generosità». Spiegare il perché di tutto questo per lui è molto semplice, quasi scontato: «Ritengo la scelta di donare un qualcosa di straordinariamente importante che non costa nulla, ecco perché ho cercato di tramandare questo valore anche in mio figlio, fin da quando era piccolo».

 

Giorgio ed Elia GiacomazziGiorgio ed Elia il giorno della donazione

Il fatto di essere andati a donare insieme per la prima volta non vuole essere un evento per farsi pubblicità, quanto piuttosto «un modo bello per sensibilizzare quante più persone a fare come noi. Elia è sempre stato consapevole di quanto fosse preziosa questa scelta – prosegue papà Giorgio – si rende conto che è un piccolo gesto che contribuisce a salvare la vita di tante persone e questo trasmette a lui grande gioia e soddisfazione anche nel coinvolgere i suoi coetanei».

 

E per una realtà come Balconi di Pescantina, storie di questo tipo sono la dimostrazione di quanto forte sia l’attaccamento all’associazione e alle necessità del territorio. Come spiega Matteo Azzolinipresidente dell’Avis Comunale, «una delle caratteristiche principali di noi avisini è quella di andare alla ricerca di nuovi donatori. Quanto avvenuto tra Giorgio e suo figlio Elia è un qualcosa di straordinario: se tutti i genitori che sono già donatori riuscissero ad andare al centro trasfusionale con i propri figli o, quantomeno, a interagire attivamente con loro spiegando l’importanza di questa scelta, tanti problemi sarebbero risolti». Pur essendo un piccolo comune, c’è grande attenzione verso le nuove generazioni: «Siamo molto impegnati con le scuole– spiega il presidente – perché siamo convinti che gli input debbano partire proprio dai bambini, da quelli che, speriamo, saranno i donatori di domani. Ecco perché organizziamo incontri con gli alunni delle elementari e delle medie, proprio per far sì che siano loro a portare il tema della donazione nelle rispettive famiglie».