“Donatori per la pace”, spediti in Ucraina i farmaci acquistati da AVIS
Grazie alla raccolta fondi lanciata nelle scorse settimane, è stato possibile inviare nel Paese martoriato dalla guerra oltre duemila confezioni di medicinali. Il presidente Gianpietro Briola: «La straordinaria generosità dei nostri donatori non conosce confini. Grazie a chi ci sostiene ogni giorno»
Anticoagulanti, antiaggreganti piastrinici e antagonisti dell’aldosterone. Sono solo alcuni dei farmaci che, nei giorni scorsi, AVIS Nazionale ha spedito in Ucraina per i pazienti cronici presenti nel Paese, ormai da più di un mese martoriato dalla guerra.
Oltre duemila le confezioni che sono state acquistate grazie alla raccolta fondi “Donatori per la pace” che la nostra associazione ha lanciato a inizio marzo e che, ad oggi, ha superato la quota dei 130mila euro. I medicinali, che rappresentano dei veri e propri salvavita per chi, per ovvie ragioni, nelle zone di conflitto non riesce a reperirli, sono stati inviati a Leopoli per sostenere adulti e bambini affetti da ipertensione polmonare.
Oltre ai farmaci, sono stati inviati anche tre concentratori di ossigeno, dispositivi necessari per agevolare la respirazione dei pazienti affetti da ipertensione polmonare. Una straordinaria macchina della solidarietà che ha visto la nostra associazione affiancata da numerose altre realtà, attive sia nell’ambito sanitario che del volontariato: Banco Farmaceutico, Unico Spa, Farmacie Internazionali SAS, Farmacia Vincoli, UNICA e ADMO, solo per citarne alcune.
«La solidarietà non si dimostra soltanto con la donazione periodica e non remunerata di sangue e plasma, ma anche attraverso iniziative umanitarie di questo tipo – ha detto il presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola – Quella a cui stiamo assistendo è una tragedia immane di fronte alla quale non potevamo e non possiamo rimanere inermi. L’arrivo delle pazienti qui in Italia e l’invio dei medicinali salvavita in Ucraina non sarebbe stato possibile senza il sostegno straordinario di tante donne e uomini che stanno partecipando alla nostra raccolta fondi. Quando diciamo che la cittadinanza attiva e l’umanità non conoscono confini, intendiamo esattamente questo. Grazie ai nostri partner e a tutte le persone che stanno supportando questo progetto, tanti pazienti avranno la possibilità di curarsi nonostante il conflitto in atto. Nella speranza che tutto questo cessi il prima possibile».