Il volontariato come “bene immateriale” dell’umanità. L’appello all’UNESCO

È partita dall’Italia la campagna per ottenere questo riconoscimento in occasione dei 30 anni della legge 266. Tra i firmatari anche il presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola

 

“Guardare oltre i propri confini per tutelare l’umanità”. Con queste parole il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si rivolgeva al mondo del volontariato durante il suo intervento all’evento inaugurale di “Padova Capitale Europea del Volontariato”. In quell’occasione il Capo dello Stato aveva più volte rivendicato l’importanza del gesto di tutti coloro che, senza chiedere nulla in cambio, si dedicavano agli altri secondo quei principi di gratuità e responsabilità che rappresentano il fondamento della collettività di cui siamo parte. Era il 7 febbraio 2020 e nessuno avrebbe mai potuto immaginare quale prova, da lì a qualche settimana, non solo il volontariato, ma l’intera popolazione italiana e mondiale, si sarebbe trovata di fronte.

 

Il Covid ha fornito a tutti noi l’ulteriore conferma di come il volontariato e, in senso più allargato, l’intero Terzo Settore, abbia rappresentato un vero e proprio pilastro su cui i sistemi politico-sanitari dei vari Paesi travolti dalla pandemia hanno potuto fare affidamento. Proprio da questa straordinaria lezione che tutti noi abbiamo imparato, è partita l’iniziativa della rivista Vita, in collaborazione con il Comitato Padova Capitale Europea del Volontariato, per far riconoscere dall’UNESCO il volontariato come “bene immateriale” dell’umanità. Un vero e proprio appello lanciato in un anno significativo per questo settore, visto che l’11 agosto si celebrano i trent’anni dall’approvazione della legge n°266 che, per la prima volta in Italia, nel 1991 riconosceva “il valore sociale e la funzione dell’attività di volontariato come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo”.

 

Appello a cui, insieme a tantissimi esponenti delle istituzioni e della società civile, ha risposto anche il presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola: «Vivere in comunità significa condividere e dedicarsi agli altri, al loro destino e al loro benessere – ha detto – La qualità della vita passa anche attraverso il dono di sé, del proprio tempo e delle proprie attitudini. Tendere la mano è il gesto più significativo e concreto che si possa fare, apparentemente semplice, ma carico di speranza. Questo è il volontariato, espressione di umanità che non conosce barriere, confini e appartenenze e che si spende per la giustizia, la crescita e lo sviluppo sociale. Vincolo e patrimonio di tutti e di ciascuno».

 

L’obiettivo di questa iniziativa è portare il volontariato a recuperare ancora più spazio nella sfera pubblica non solo come partecipazione al bene comune, ma come capacità di anticipare i problemi senza paura di assumersi nuove sfide culturali e politiche. Sono stati 170, finora, i primi firmatari dell’appello (tra cui, oltre a Briola, figurano i presidenti di AIL e UILM, Sergio Amadori e Marco Frasconi, la portavoce del Forum del Terzo Settore, Claudia Fiaschi, il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, e il cantautore Enrico Ruggeri).

 

Di seguito i componenti del Comitato promotore: Giuliano Amato (vice presidente Corte Costituzionale), Emanuele Alecci (presidente Padova Capitale Europea del Volontariato), Riccardo Bonacina (fondatore Vita), Gherardo Colombo (presidente Garzanti Libri), Marco Tarquinio (direttore Avvenire), Luciano Fontana (direttore Corriere della Sera), Andrea Carandini (presidente Fai), Salvatore Veca (comitato Garanti del Fai), Paolo Iabichino (fondatore Osservatorio Civic Brands, Ipsos Italia), Ferruccio De Bortoli (giornalista, presidente Vidas), Massimo Cacciari (filosofo, editorialista), Fabrizio Pregliasco (presidente Anpas), Cristina De Luca (vice presidente Fondazione Italia Sociale), Antonino La Spina (presidente nazionale Unpli), Paola Capoleva (presidente Csv Lazio), Francesco Rocca (presidente Croce Rossa Italiana), Giuseppe Lumia (associazione Luciano Tavazza), Edoardo Caprino (giornalista), Stefano Arduini (direttore Vita), Niccolò Gennaro (direttore Csv Padova e Rovigo).