Il più bel regalo per i 18 anni? Donare il sangue

 

Da qualche anno in Afghanistan è nato un centro che assiste pazienti di tutte le età. In occasione della Giornata mondiale del donatore la lettera per dire “grazie” a chi consente loro di curarsi e di vivere

 

Non poteva giungere testimonianza più bella per celebrare il 14 giugno. La Giornata mondiale del donatore si è conclusa con una serie di iniziative importanti che sono servite per ribadire ancora una volta il ruolo strategico che la donazione di sangue ed emocomponenti ricopre per la stabilità del nostro servizio sanitario. Ma non solo.

 

Questo gesto etico, volontario e non remunerato è stato al centro anche del webinar che AVIS Nazionale ha organizzato in collaborazione con l’ospedale Bambino Gesù di Roma o del messaggio che il Presidente della RepubblicaSergio Mattarella, ha inviato alle associazioni impegnate in questo ambito. O ancora con i ringraziamenti di Papa Francesco al termine dell’Angelus del 13 giugno o degli eventi istituzionali organizzati dal Centro nazionale sangue. Insomma, giornate ricche di significato e di momenti di riflessione importanti. Tuttavia, il senso più profondo e vero di tutto questo lo possono trasmettere solo coloro che, grazie alle donazioni, possono curarsi e vivere: i pazienti.

 

A Kabul, in Afghanistan, è stato aperto un centro per la cura dei pazienti emofilici, sia adulti che bambini. Da qualche anno, la dottoressa Patrizia Collavo De Mas, farmacista, è il trait d’union tra l’Italia e la capitale afghana dove, grazie al suo impegno e alla collaborazione con il dottor Arif Oryakhail, coordinatore e responsabile sanitario della Cooperazione italiana allo Sviluppo in Afghanistan, ogni anno vengono consegnate unità di fattore VIII e IX plasmatici per curare i pazienti. Proprio lei, a nome dei piccoli pazienti e delle loro famiglie, ha voluto inviare un messaggio di ringraziamento che riportiamo qui di seguito:

 

«In occasione della Giornata Mondiale del donatore di sangue desidero far pervenire i ringraziamenti del Centro emofilia di Kabul, dei pazienti emofilici afghani e dei loro genitori, ai donatori italiani per la loro grandissima generosità ed empatia. 

Con il dono del sangue vengono donate vita e speranza ai pazienti afghani che non avrebbero altrimenti nessuna possibilità di sopravvivenza. 

Tanti bambini emofilici hanno avuto la possibilità di crescere e raggiungere l’età adolescenziale proprio grazie ai fattori plasmatici prodotti dal sangue donato.

Non vi è dono più grande di quello della vita: crea un legame invisibile tra chi dona e chi riceve.

Nella speranza di poter continuare questo legame di collaborazione, generosità ed empatia in favore dei pazienti emofilici afghani, vi ringrazio con tutto mio cuore, anche a nome di Taimoor, Rostam e dei loro genitori».