Un anno di lockdown, il ringraziamento del presidente Briola ai donatori

365 giorni di impegno e di solidarietà per contribuire a sostenere il Paese in uno dei momenti più tragici dal Dopoguerra

 

Una lettera per dire «Grazie» ai donatori che, con la forza di volontà e l’impegno civico che da sempre li contraddistinguono, hanno contribuito ad assicurare scorte di sangue ed emocompomenti ai pazienti cronici. Così il presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola, ha voluto manifestare la propria vicinanza nel triste anniversario del 9 marzo, quello cioè di un anno dall’inizio del lockdown, delle restrizioni per contenere i contagi da Covid-19.

 

Nel suo messaggio video, il presidente ha ripercorso le tappe di 365 giorni che, come ha ricordato, «ci hanno visto preda dell’incertezza, della paura, del totale disorientamento di fronte a un nemico che nessuno di noi sapeva come poter affrontare. Sono stati mesi di silenzio, di isolamento, di dolore per non poter vedere e abbracciare le persone a noi care».

 

Fondamentale, nel corso di questo anno, è stato il ruolo della nostra associazione. Con la campagna #Escosoloperdonare, ci siamo fatti portavoce di un messaggio salvavita: nei primi mesi del lockdown, i donatori potevano uscire di casa perché la donazione era una “situazione necessaria” per la quale muoversi e recarsi in ospedale. «Con il “Fil Rouge” – sottolinea il presidente – abbiamo cercato, nonostante la distanza, di realizzare una serie di iniziative che consentissero a ciascuno di noi di vivere, come si poteva, la Giornata mondiale del donatore del 14 giugno».

 

L’impegno di AVIS Nazionale per il benessere di tutti è confermato anche da una decisione imprtante che il presidente ha annunciato nel video messaggio: «La campagna vaccinale è iniziata e presto toccherà anche a noi donatori ricevere questa somministrazione che, speriamo, aiuterà tutti a vincere questa battaglia. Da parte nostra abbiamo messo a disposizione le nostre strutture per accelerare questa campagna e mettere il vaccino a disposizione di tutti».

 

Ora, però, c’è un’altra sfida da vincere: l’autosufficienza da farmaci plasmaderivati che, come afferma Briola nel video, «è ancora lontana ed è un obiettivo che l’Italia e tutti noi non possiamo mancare. Rendere il nostro Paese indipendente dalle altre nazioni, significa assicurare terapie salvavita a migliaia di pazienti cronici che altrimenti avrebbero un destino segnato per la carenza di medicinali che garantirebbero loro un’ottima qualità di vita. Come già fatto nei mesi della prima ondata, telefonate e prenotate la donazione di plasma. Abbiamo fatto tanto, ma possiamo fare ancora di più. Restiamo uniti. Grazie a tutti voi».